Uomini e Donne, Maria De Filippi manda via una dama: lei agisce per vie legali contro alcuni protagonisti

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Durante la puntata di mercoledì 15 di Uomini e Donne, la dama Desdemona Balzano è stata invitata a lasciare lo studio dalla padrona di casa, Maria De Filippi. Il motivo? La donna avrebbe ingannato la redazione, almeno secondo quanto rivelato dal cavaliere Armando Incarnato.

L’uomo infatti ha dichiarato di essere in possesso di alcuni audio in cui la dama, parlando con il suo manager, fa intuire di voler rimanere il più a lungo possibile in trasmissione per promuovere la sua persona e il suo lavoro, per poi magari un giorno partecipare anche ad altri show come Grande Fratello Vip e Temptation Island. Non solo, negli audio Desdemona avrebbe anche criticato Uomini e Donne definendolo un programma trash.

Armando ha poi fatto ascoltare gli audio a Gianni Sperti, il quale ha subito riportato ad alta voce il contenuto. L’opinionista ha anche rivelato un’altra indiscrezione che avrebbe ricevuto lui stesso: Desdemona infatti avrebbe dato ai followers l’opportunità di fare una chiamata privata con lei al costo di 29,99€ per 30 minuti.

“Io penso che tu debba lasciare lo studio”, queste le parole di Maria De Filippi che hanno costretto la donna ad uscire.

Dopo circa mezz’ora Desdemona è rientrata per parlare con la conduttrice, cercando di giustificarsi e sperando forse di ottenere un’altra possibilità.

La padrona di casa ha ribadito di non essere minimamente toccata dal fatto che la trasmissione sia stata definita “trash”, ma ha sottolineato come la dama abbia dichiarato di voler restare nel programma per fini diversi da quelli previsti dalla trasmissione. Una situazione inaccettabile. Ecco dunque che l’uscita di Desdemona diventa definitiva.

Dopo la messa in onda della puntata, la donna ha pubblicato una Instagram Story (definito da lei “comunicato stampa”) rivelando di aver dato l’incarico al suo legale di agire nei confronti di Gianni Sperti, Armando Incarnato e Alessandro Schiavone (ex cavaliere), “per il materiale diffuso non autorizzato e per le informazioni falsificate”.

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