Ambra Angiolini: “Sono nata bulimica, una predisposizione genetica”

"Boncompagni mi ha regalato una lente per guardare il mondo in un modo diverso".

Ambra Angiolini: "Sono nata bulimica".Ambra Angiolini: "Sono nata bulimica".
Protagonisti

Ambra Angiolini, in un’intervista al Corriere della Sera, ha ripercorso la sua vita, soffermandosi su alcuni aspetti poco conosciuti de suo passato. La showgirl sta preparando lo spettacolo teatrale Oliva Denaro, tratto dal romanzo di Viola Ardone, che racconta la storia di Franca Viola, una ragazza siciliana che negli anni ’60 fece scalpore per aver rifiutato il classico “matrimonio riparatore”. Nell’intervista, l’attrice si è soffermata su um problema che ha segnato uno dei periodi più difficili della sua vita: la bulimia.

Diventata bulimica come racconta nel suo libro “InFame”

L’esperienza era già stata raccontata dalla Angiolini nel suo libro autobiografico InFame, pubblicato nel 2020. Nonostante sia nata e cresciuta in un ambiente familiare e comunitario sereno, ha rivelato di essere diventata bulimica all’età di 15 anni: “Sono nata bulimica, forse una predisposizione genetica. Mi riempivo la pancia di cibo, finché l’amore mi è entrato in pancia, che si è riempita di senso e ne è uscita la mia prima figlia Jolanda: io ho partorito lei e lei ha partorito una nuova me… abbiamo in teoria la stessa età”.

L’arrivo di Gianni Boncompagni

Ambra ha spiegato l’importanza che ha avuto per lei la presenza di Gianni Boncompagni nel suo percorso artistico: “Ero una ragazzina quando ebbi il primo grande successo con ‘Non è la Rai’. Gianni mi ha regalato una lente per guardare il mondo in un modo diverso. Avere la voglia di inventarlo, di non accontentarsi di come è il mondo, ma cercare un modo originale di parlare agli altri. L’ultima volta che l’ho visto, fu a una cena insieme, poco prima della sua scomparsa. Quella sera mi dichiarò tutta la sua stima, il suo rispetto, il suo orgoglio per avermi formato. E poi mi disse: non perdere la tua professionalità, pur di fare, fare, fare… Fu un saluto bellissimo”.

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