Gianluca Grignani torna in scena. E si lascia alle spalle la querelle con Pausini: cosa ha detto


“Sono stanco ma felice”. Con queste parole Gianluca Grignani descrive il suo stato d’animo per la pubblicazione dell’edizione celebrativa di Destinazione Paradiso. In occasione dei primi 30 anni dello storico album, infatti, Universal rilascia uno speciale cofanetto per fan e collezionisti (sei i formati disponibili) che segna simbolicamente anche la ripartenza musicale del cantautore.
Non solo, dunque, un tuffo negli Anni Novanta e in alcuni dei brani storici del musicista con più di una chicca, come “la versione originale inedita di Falco a metà”. Ma il primo tassello di un ritorno in grande stile che si compirà nel 2026. “Rimettere mano ai ricordi, riascoltare quelle emozioni, rivivere certi momenti insieme a voi… mi ha scosso e fatto sorridere. Come quando ritrovi una vecchia foto”.
L’uscita del progetto diventa, così, l’occasione per annunciare anche un progetto discografico completamente nuovo. “Per il mio compleanno ho deciso di farmi un dono che porto dentro da tempo, costruito con cura e verità. Ad aprile uscirà il mio nuovo album. Verde smeraldo… Residui di rock’n’roll”, primo volume di una trilogia. E, per completare le novità, il prossimo anno Grignani tornerà sul palco, con due speciali concerti in programma il 25 maggio all’Alcatraz di Milano e il 27 maggio all’Atlantico di Roma. I biglietti sono disponibili in prevendita su Ticketone.it e su Ticketmaster.it dalle 14 di venerdì 5 dicembre.
Proprio perché davanti a Grignani si apre una stagione piena di nuova musica, il terreno è fertile per chiarire una volta per tutte come si sia conclusa la vicenda legata a La mia storia tra le dita che tanto ha fatto parlare di sé negli ultimi mesi. Due le versioni uscite di recente, con alle spalle circostanze molto diverse: una in duetto con Matteo Bocelli e l’altra, invece, proposta da Laura Pausini.
Riguardo al primo, Gianluca spiega: “Matteo mi ha chiamato perché voleva farmi sentire quello che stava per fare. E quando ho sentito la sua versione mi è piaciuta tanto che insieme ai nostri management abbiamo pensato di fare una collaborazione. Ho accettato subito anche perché Matteo è un ragazzo con grandi capacità; non è un caso che suo padre lo lasci cantare. E forse gli italiani non apprezzano la sua voce e la sua personalità enorme quanto meriterebbero. Quindi sono contentissimo, fiero e convinto di questo brano che tra l’altro mi ha dato una nuova spinta in Sud America”.
Gianluca Grignani e Laura Pausini: come è finita?
Ben diversamente, invece, è andata con Laura Pausini. Vicenda in merito alla quale Grignani anzitutto chiarisce di aver “fatto in modo che non si parli più, né da parte mia né da parte di Laura, di tutto quello che riguarda questo argomento. Quindi, ne parlo solo fin dove posso”. Evidente, quindi, che le parti abbiano concordato di metterci una pietra sopra. Il cantautore, però, chiarisce: “Semplicemente Laura ha fatto l’errore di non farmi sentire il brano e di cambiare il testo in maniera tale che da prima persona è finito in terza persona. È una questione di tecnica per cui è cambiato il significato. Voglio bene a Laura, è una mia amica ma in quel momento non lo è o stata, tutto qui”.

“Detto questo, se abbiamo risolto così velocemente la questione è perché probabilmente quello che ho detto non era poi lontano dalla verità”, aggiunge. La questione, quindi, è risolta “grazie anche a Massimo Luca, produttore di Destinazione Paradiso, che è stata un’ottima spalla. Alla fine non è stata una cosa molto difficile da gestire. Più che altro è stata fastidiosa perché non amo queste situazioni e non voglio assolutamente alimentarle, soprattutto sui social per quanto potrei farlo… e mi farebbe anche comodo con l’hype che c’è stato ma non solo il tipo”, sorride.
E conclude: “Il finale di questa storia non è stato così reclamizzato quanto il resto ma non sono tenuto a proclamarlo né mi importa che sia più conosciuto il caso di come si sia chiuso. L’importante è che sia uscito e ho dovuto essere pubblico perché purtroppo sono stato trascinato per i capelli anche per tutto quello che gente aveva scritto, altrimenti l’avrei mai fatto”.
Foto copertina SteBrovetto / ufficio stampa