Enrico Ruggeri si è aggiunto alla lunga lista di artisti che, senza fare nomi espliciti, hanno criticato alcune colleghe per il modo in cui scelgono di presentarsi sul palco, soffermandosi in particolare sull’esposizione del corpo durante le esibizioni.
Un dibattito che ciclicamente torna a galla. Solo la scorsa estate, ad esempio, Viola Valentino, come riportato da Today, parlando di Elodie aveva dichiarato:
“Non ho mai ascoltato una sua canzone. Credo di non avere nulla in comune con lei, in quanto io non mi sono mai spogliata sul palco. Non ho mai ricorso allo spogliarello, anche per una questione di stile. Non mi sono mai venduta, in nessun senso. E tanto meno per smerciare qualche disco in più.”
Un’affermazione che, al di là del caso specifico, riflette una posizione piuttosto diffusa: l’idea che il corpo di una cantante non debba essere parte centrale di uno show o di una performance musicale.
In un’intervista rilasciata al Corriere della Sera, Ruggeri ha espresso un concetto simile, soffermandosi però sul tema della personalità artistica:
“Il problema non è la voce, sono tutte brave. Manca la personalità. Spessore zero. Chi? Non mi voglio avventurare. Ma posso dire che Françoise Hardy non ha mai fatto vedere neanche un gomito ed era infinitamente sexy.”
Parole che si inseriscono in una linea di pensiero già manifestata in passato. Come ricorda Biccy, nel 2023, intervistato da Libero, Ruggeri aveva affermato:
“[…]Virna Lisi non ricordo di averla mai vista senza vestiti, eppure me la ricordo come un’icona di sensualità.”
Dichiarazioni che mettono al centro una visione ben precisa di sensualità e di presenza scenica, legata più alla suggestione che all’esibizione esplicita del corpo. Allo stesso tempo, sollevano una questione più ampia: il rapporto tra immagine, libertà espressiva e percezione del talento.
Il punto sollevato da Ruggeri riguarda la personalità artistica, che secondo lui non dovrebbe dipendere dall’abbigliamento o dalla scelta di mostrarsi in modo più o meno scoperto. Tuttavia, ciò che viene percepito come sensuale, elegante o provocatorio resta fortemente soggettivo e legato al contesto culturale e generazionale. Ma non solo, è anche una libertà che spetta al singolo artista.
Sono opinioni e come tali, possono essere condivise o meno, ma raccontano soprattutto il modo in cui il concetto di spettacolo musicale continua a evolversi e a dividere. Un confronto che, al di là delle posizioni personali, riflette sensibilità diverse su cosa significhi oggi stare su un palco e comunicare attraverso la propria immagine, oltre che con la musica.

