La stagione televisiva che Mediaset prepara per il 2026 prende forma all’insegna del rinnovamento. In che modo? Con un’impostazione che punta su programmi-evento, volti forti e una riorganizzazione generale dei palinsesti. Durante l’incontro di fine anno Pier Silvio Berlusconi ha tracciato un quadro ampio, partendo dal modo in cui la rete vuole raccontarsi nei prossimi mesi. L’obiettivo è chiaro: puntare su progetti speciali, costosi ma capaci di dare identità (reality a parte).
“La strada degli eventi dà luce editoriale, è costosa, ma permette di rischiare per un numero limitato di puntate, quindi ci piace molto. Mi piacerebbe fare Dive, la celebrazione delle più grandi dive della storia della musica italiana… Sarebbe un prodotto bellissimo”, ha spiegato lo stesso Berlusconi.
In questo contesto si inserisce il ritorno di Paolo Bonolis in prima serata, dopo l’arrivo a Tu si que Vales, simbolo della strategia che Mediaset vuole rafforzare. Il conduttore guiderà due serate musicali che segnano il debutto in Italia di un format storico:
“Saranno due serate a fine gennaio, dopo Zelig, con questo formato francese storico che si chiama Taratatà. È un happening musicale, sono contentissimo che gli sia piaciuto il progetto”, ha raccontato Berlusconi, evidenziando quanto il progetto sia pensato come evento e non come struttura seriale.
Accanto alle novità già definite, ci sono figure il cui percorso è in fase di valutazione. Ilary Blasi, tra le conduttrici più seguite e discusse, resta un volto su cui l’azienda vuole investire, ma con tempi e modalità ancora in definizione.
“Ilary Blasi fa ancora parte di Mediaset, ci sono vari progetti che potrebbero vederla coinvolta, è un po’ presto per dirlo“, ha chiarito l’ad, lasciando però intravedere una concreta possibilità legata alla nuova area musicale del gruppo.
La prospettiva più vicina, infatti, riguarda la realizzazione di appuntamenti speciali:
“Potrebbe avere come prima opportunità Battiti Live non solo in estate ma anche in primavera“, un segnale che lascia spazio a un suo rientro in prima linea.
Amadeus, smentite le voci sul suo arrivo in Mediaset
Diverso, invece, il caso Amadeus. Negli ultimi mesi si sono moltiplicate voci e ipotesi sul suo possibile passaggio a Mediaset, scenario che Berlusconi ha definito senza esitazioni:
“Amadeus è ancora sotto contratto con Discovery Italia… Le porte per un professionista come lui sono sempre aperte, ma noi abbiamo già Gerry Scotti e Max Giusti solo per citare chi fa programmi simili”. Nessun contatto in corso, dunque, ma nemmeno un rifiuto ideologico: più semplicemente, non è il momento per avviare trattative.
Sul fronte dei palinsesti, la rete si prepara a rivedere il ruolo di alcuni grandi format. Reality storici sono oggetto di analisi, con possibili pause o ripensamenti, mentre l’access prime time acquisisce sempre più valore come fascia decisiva per l’identità del canale. L’idea è offrire meno quantità e più riconoscibilità, con appuntamenti concentrati che possano diventare veri e propri appuntamenti nazional-popolari.
Tra le serie alle quali la rete sta attualmente lavorando, un biopic sulla vita di San Carlo Acutis, il giovane divenuto Santo e morto a soli 15 anni.

