Addio a Sandro Giacobbe, il cantautore aveva 75 anni
La lettera di Nazionale Cantanti


Si è spento oggi, all’età di 75 anni, Sandro Giacobbe, cantautore genovese celebre per le sue ballate romantiche che hanno segnato gli anni ’70 e ’80. Tra i suoi brani più famosi si ricordano “Signora mia” e “Gli occhi di tua madre“, arrivato terzo al Festival di Sanremo del 1976. La sua carriera è stata costellata di successi discografici, concerti e collaborazioni. Negli ultimi anni Giacobbe ha dovuto affrontare con coraggio una grave malattia che lo aveva costretto a usare la carrozzina. Con la sua voce inconfondibile e il suo coinvolgimento in Nazionale Cantanti, lascia un’eredità indelebile nella musica italiana. Solamente qualche mese fa, visibilmente provato, era stato ospite di Mara Venier a Domenica In (alla quale era particolarmente legato). Giacobbe lascia la moglie Marina e i figli Andrea e Alessandro.
Attraverso il sito ufficiale, Nazionale Cantanti ha condiviso una lettera a nome di tutta la sua famiglia calcistica.
“Caro Sandro,
oggi è uno di quei giorni in cui non capisci bene cosa dire.
Ci siamo guardati negli occhi e nessuno aveva le parole giuste.
Il dolore, a volte, toglie anche quelle.
Abbiamo iniziato a ricordarti così, come viene, senza pensarci troppo.
E sai qual è stata la prima cosa che è uscita tra noi?
“Era davvero una bella persona”.
Detto piano, con la voce bassa.
Ma con una sincerità che ci ha fatto stringere lo stomaco.
Perché è vero.
Eri proprio una bella e grande persona.
Di quelle che ti fanno venire voglia di essere migliore anche tu, senza che te lo chiedano.
Non eri uno da grandi discorsi.
E forse è proprio questo che manca adesso:
quelle piccole attenzioni tue, che sembravano niente e invece per noi erano tutto.
Una mano sulla spalla.
Un sorriso pacato.
Uno sguardo che ti tranquillizzava.
Una parola gentile detta al momento giusto, a volte persino sussurrata, come per non disturbare.
Ci manca il modo in cui ascoltavi.
Come sapevi capire quando uno di noi aveva bisogno di un minuto in più.
Come non ti mettevi mai davanti, ma c’eri sempre.
In silenzio.
Con quella tua eleganza che non doveva farsi vedere per esistere.
E oggi ci scopriamo a pensare a te nei gesti più piccoli.
In quel modo lento con cui arrivavi agli allenamenti.
In come ti fermavi a salutare anche chi non ti aspettava.
In come trovavi sempre qualcosa di buono da dire, anche nelle giornate storte.
Perché sì, avevi proprio questa cosa qui:
la gentilezza non era una scelta, era il tuo modo naturale di stare al mondo.
Ti abbiamo voluto bene, Sandro.
E lo abbiamo fatto senza neanche accorgercene.
Le persone come te non entrano con rumore nella vita degli altri:
si fanno spazio piano, con discrezione,
e solo quando mancano ti rendi conto di quanto tenevano in piedi tutto.
Dal 1981 ci sei stato accanto.
Dal 2000 ci hai guidati.
Ma più che un ruolo, tu per noi sei stato una presenza.
Una presenza che faceva bene.
Adesso ci sentiamo un po’ più soli, è inutile girarci intorno.
E ci fa male dirtelo così.
Ma è la verità.
Oggi, mentre stringevamo la tua maglia, qualcuno ha detto:
“Com’è possibile che non sia più qui?”.
E nessuno ha risposto, perché non c’è risposta.
Si sente solo il vuoto.
Ma insieme al vuoto c’è anche un calore.Il calore che hai lasciato.Il tuo modo di voler bene, che adesso rimane addosso a tutti noi.Sandro, vorremmo che tu lo sapessi:quello che ci hai dato non se ne va.Resta.Nei ricordi che ci scaldano il petto.Nel rispetto che ci hai insegnato.Nel sorriso che proveremo a dare anche quando non ci verrà spontaneo.In quella dolcezza tua che ci ha tenuti uniti tante volte.Ci manchi.Sul serio.E ci fa male anche solo scriverlo.Ma ti portiamo con noi.In ogni gesto buono.In ogni parola detta con cura.In ogni momento in cui sceglieremo la gentilezza.Perché quello, Sandro, l’abbiamo imparato guardando te.Con tutto l’affetto che abbiamo,La tua squadra. La tua famiglia. La tua Nazionale Cantanti.”