Timothée Chalamet: “Viviamo in un periodo di anestesia culturale”
“Bob Dylan? Non ha voluto incontrarmi”.


L’attore candidato agli Oscar come miglior protagonista è stato intervistato da Affaritaliani.it in occasione della sua presenza a Roma per promuovere A Complete Unknow. Timothée Chalamet ha parlato del biopic e del divario culturale tra oggi e gli anni Sessanta. Di Bob Dylan ha spiegato di non averlo incontrato: l’artista non ha voluto ma Chalamet ha compreso le sue ragioni.
Divario culturale
“Credo che oggi viviamo in un periodo di anestesia culturale: la musica, i film… tutto viene creato per far passare il tempo, senza disturbarci, incontrando esattamente le nostre aspettative”. Quando all’attore viene chiesto del divario culturale tra il presente e gli anni Sessanta, è subito pronto a rispondere. Il pubblico, dice, oggi non vuole essere sorpreso ma ‘anestetizzato’, ricevere ciò che gli serve. “All’epoca, negli anni Sessanta, il pubblico voleva essere sorpreso, oggi, invece, ti chiede di anestetizzarlo. Oggi è difficile realizzare qualcosa che piaccia al pubblico sfidandolo, senza anestetizzarlo”.
Bob Dylan e i riconoscimenti
“Bob Dylan non mi ha voluto incontrare per A Complete Unknown e capisco perché”, spiega l’attore. “A me piace fare il lavoro di promozione dei miei film, ma ha un impatto sul modo in cui ti vedi. Credo sia per questo che Bob Dylan non mi abbia voluto incontrare, per lui era importante la sua arte”. Poi Timothée Chalamet parla degli endorsement ricevuti. “Sto ancora aspettando che si esprima Francesco Totti in merito!”, ha detto scherzando. Poi ha spiegato di essere stato felice di essere arrivato al cuore del pubblico di Bob Dylan. “Diciamo che gli apprezzamenti che mi hanno più toccato sono quelli del pubblico di Dylan, che se lo ricorda negli anni Sessanta, che mi hanno detto di essersi emozionati rivedendolo attraverso la mia interpretazione”.