Anastasio: “Il rap? È diventato il nuovo pop”

“Resta una musica affascinante: è il suono della ribellione e arriva dal basso”.

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Anastasio torna sulle scene musicali, e ci torna da artista indipendente. Il rapper (vero nome Marco Anastasio, classe 1997, che tanti ricorderanno come vincitore di X Factor nel 2018) non rinnega niente di ciò che ha fatto in passato, ma è più a fuoco, come testimonia il nuovo album, terzo della carriera, Le macchine non possono pregare.

Una svolta artistica e personale

Anastasio in un’intervista su Today, sottolinea che la sua scelta di percorrere una nuova strada è nata “subito dopo Sanremo, nel 2020. Ho sentito che non mi stavo più divertendo con ciò che facevo, che quella musica non mi apparteneva. È stata una svolta artistica e personale. Così ho cambiato management ed è finita con l’etichetta discografica di allora. Sono diventato indipendente, senza una rete di protezione. Ci sono voluti cinque anni”. Ma la libertà ha un prezzo? “Questo, per ora. E cioè essermi gettato da solo, facendomi strada con le mie mani. Ma ammetto che la soddisfazione è maggiore. Woodworm, l’etichetta indipendente che per fortuna ha creduto in quest’album, e che ringrazio, è arrivata solo dopo, quand’era pronto”.

Tutti vogliono farlo

L’intervistatore chiede ad Anastasio se il rap si è svenduto, e l’artista commenta: “È diventato il nuovo pop, quindi essendoci parecchi soldi in ballo è meno underground. E tutti vogliono farlo. Pensi, trent’anni fa era una vergogna diventare ricchi con l’hip hop, oggi c’è chi lo sceglie per motivi economici. Ma resta una musica affascinante: è il suono della ribellione e arriva dal basso, perché a livello tecnico, ma soprattutto di mezzi, non richiede chissà cosa. Per il resto, è la solita parabola dei generi che hanno successo”.

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