Bambole di Pezza: “Vogliamo essere un esempio di libertà”

Nel nuovo album "Wanted" il bisogno di libertà e autodeterminazione.

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Interviste

In attesa di partire con il tour Senza Permesso, le Bambole di Pezza si godono il lancio di Wanted, il loro nuovo disco. Come da tradizione consolidata, l’ultima fatica del gruppo dà spazio a un’ immagine femminile complessa e poliedrica, fatta di libertà, autodeterminazione e desideri anticonformisti. Ne abbiamo parlato con Cleo, Morgana Blue  e Dani Piccirillo.

Wanted affronta temi scomodi: il bisogno di libertà della donna, il desiderio di autodeterminazione, ma anche argomenti delicati come la violenza di genere e la mancata parità di riconoscimento sul lavoro. Quanti haters avete?

Un botto! L’80% sono maschi con insulti sessisti, ma ci sono anche donne. A loro da fastidio se tu esci fuori dal coro, trovi sempre qualcuna che ti accusa di essere poco femminile. Sono donne più datate, abituate a modelli oltrepassati. Ci sono delle donne che ci hanno scrittofatevi un account Only Fanso peggio” dice Cleo. Dani aggiunge: “A me non piace essere femminile. Ho scelto di avere un approccio mio, che non ha sesso. Io non mi sento una donna. Infatti vado anche nei negozi a cercare cose maschili. Non voglio essere semplicemente bella. Preferisco avere personalità e la personalità non ha sesso. Noi Bambole di Pezza non vogliamo essere un compartimento stagno. Vogliamo essere molto aperte e malleabili, come la bambola di pezza, fatta di tanti pezzi cuciti insieme“.

Le Bambole di Pezza hanno uno stile rivoluzionario e anticonformista. Nonostante questo, avete provato a partecipare a Sanremo, il format musicale più tradizionalista che c’è. Per quale motivo?

Io ho dei fantastici ricordi di Sanremo dove sono andati anche personaggi rivoluzionari. Guarda Vasco Rossi, i Negramaro, Achille Lauro. Questa kermesse ti da una grande possibilità di essere ascoltati e arrivare a tante persone” dice Dani. “Sarebbe un peccato che artisti che hanno qualcosa da dire rifiutino un certo tipo di esposizione per partito preso, quando in realtà stai portando avanti un tema che le persone dovrebbero ascoltare. Io mi ricordo L’Aura a Sanremo, che suonava il pianoforte e ho detto ‘Ma quindi posso suonare anche io!’ Io avevo sempre visto donne solo cantare e non pensavo che ci si potesse mettere al pianoforte e suonare, oltre che cantare” ha aggiunto Cleo.

Nell’ambito dello spettacolo, in qualunque parte della piramide si guardi e in qualunque ruolo, la presenza femminile è sempre scarsa.

In Italia non abbiamo un gande presenza femminile. A Sanremo infatti volevamo mostrare una realtà diversa e far vedere che nulla vieta ad altre ragazze di abbracciare gli strumenti e portare avanti una band. Noi abbiamo voluto essere tutte ragazze perché siamo un gruppo di amiche. C’è una forte sorellanza tra noi e diamo valore al fatto di essere donne che fanno musica anche per far vedere ad altre ragazze che si può fare. E noi per prime siamo state ispirate da musiciste donne che hanno veicolato messaggi diversi dal rock maschile. L’esempio culturale è fondamentale”.

Nel vostro brano Càpita voi parlate delle persone come “comparse” e non più protagoniste della vita. Secondo voi perché la gente non è più al centro del proprio mondo ma è portata a dare priorità all’immagine più che alla sostanza?

Questo brano parla della tendenza della gente a scegliere il personaggio che vuole interpretare, rinunciando al vero sé stesso. C’è anche un altro pezzo, Pagine, che parla dei social e che dice: Tu non sei nessuno, se vuoi sembrare sempre qualcun altro. Per la mia generazione i social sono importanti, ma è sempre come se quello che siamo non collimasse con quello che gli altri vedono di noi. Succede anche per il lavoro. Magari non ti piace il tuo lavoro ma sui social lo ricostruisci meglio di quello che è nella realtà. Ogni volta che parlo con qualcuno, la prima cosa che penso è che di lui non so nulla. Noi vediamo solo il personaggio, che quella persona sta costruendo” dice Cleo.Adesso per esempio ci sono persone che si credono in diritto di esprimere un’opinione sui social e fare commenti fuori luogo o insulti. Questo livello di confidenza chi te lo ha dato?“, aggiunge Dani.

Tra le varie collaborazioni presenti nell’album, qual è quella che avete amato di più?

Quella con J-Ax. Quando abbiamo saputo che avremmo cantato con lui siamo impazzite. Lui è stato super veloce nel realizzare la sua strofa e super disponibile. Si tratta di un artista molto umano e affabile, che ha mostrato grande disponibilità“.

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