“Damsel” di Juan Carlos Fresnadillo

Una frittata di colpi di scena e cose inspiegabili.

"Damsel" di Juan Carlos Fresnadillo."Damsel" di Juan Carlos Fresnadillo.
La cine-cologa

Damsel (che letteralmente vuol dire “damigella”) potevano benissimo chiamarlo in un’altra maniera. Quale? Ma una qualunque, perché “qualunque” è in effetti il tema centrale di questo prodotto firmato Juan Carlos Fresnadillo. Disponibile su Netflix, ma indisponente per chi lo guarda, Damsel vede protagonista la principessa Elodie, interpretata da Millie Bobby Brown, ovvero la Undici di Stranger Things, ma senza i poteri paranormali.

Il regno della giovane è al collasso economico e così papà Bayford la dà in sposa a un ricco principe, tale Henry del regno di Aurea. Tutto sembra fantastico finché il bravo Henry, dopo il matrimonio, getta Elodie in una grotta sotterranea con un drago che l’attende per divorarla. Perché? Per una maledizione che staremo a vedere. Intanto basti sapere che Elodie ha anche una sorella, Floria, e una matrigna che però è buona (super rovesciamento dei ruoli classici) e che il padre sapeva di dare la figlia in sacrificio in cambio del denaro. Ora addentriamoci nel cuore della storia e cerchiamo di capire perché mai Elodie… no, meglio. Cerchiamo di capire perché tutto.

Nella tana del drago

Precipitata da un’altezza non specificata che potrebbe serenamente sfiorare il quarto piano di un edificio, la giovane Elodie sbatte per terra pure la testa ma non si scompone. Con qualche graffietto e nessuna commozione cerebrale, si alza e urla per chiedere aiuto. A chi? Boh, a quelli che l’hanno buttata di sotto, perché lì non c’è nessun altro a parte il drago che dovrebbe divorarla. E da qui già è chiaro il genio della nostra protagonista. Con tutto quel fracasso, il drago, che è una chimera tra Draco di Dragonheart e il mostro di Godzilla, va incontro alla giovane e… la mangia? Ma no, troppo banale. Le parla, la rincorre, sputa fuoco di qua e di là, un po’ la ustiona, ma come in un nascondino perverso, quando la principessa finisce in un antro nascosto, non la insegue ma la aspetta.

Nel frattempo Elodie, camminando e languendo, strisciando qua e là, trova una formidabile mappa incisa su un muro insieme ai nomi delle principesse che prima di lei sono state lì. Poi, forse per carenza d’acqua e d’ossigeno, ha una serie di chiari flashback su chi fossero le principesse prima di lei e cosa gli fosse accaduto. Ad ogni modo – navigatore gps levati proprio! – la mappa segnala tutte le zone di pericolo, quelle sicure e pure l’uscita (l’uscita!). Dunque, qualcuna delle principesse prima di lei è sopravvissuta, vi direte voi. E invece, altro colpo di scena: no.

Triplo colpo di scena carpiato con avvitamento

Comunque, chissenefrega dei perché e dei per come! Elodie segue la fantastica mappa, beve acqua sporca da una pozza melmosa senza traccia di gastroenterite in atto né colera e va avanti. Dopo aver fatto un po’ di parkour da una sponda all’altra di questa grotta che sempre di più somiglia al Sottosopra di Stranger Things, la principessa si trova ai piedi di un inspiegabile albero (Come vive? Come respira là sotto? Perché? Colpo di scena!). Sempre inspiegabilmente su quest’albero vivono inspiegabili larve, inspiegabilmente luminose con inspiegabili poteri curativi (doppio colpo di scena!). Ad ogni modo, Elodie, che utilizza parti del suo abito da sposa un po’ come MacGyver e alla quale non interessa darsi spiegazioni su ciò che accade, dalle spalline ricava un allegro sacchetto dove, senza disgusto né paura, infila le grasse larve bavosette per creare una lanterna… che bella.

Nella luce blu delle larve fluo, tra grida, peripezie e il drago che appare ogni tanto a sputare un po’ di fuoco, Elodie arriva all’uscita segnata sulla mappa. Ah, da notare l’arguzia del personaggio che memorizza la mappa perfettamente, muovendosi nell’angusta grotta-labirinto. Comunque l’uscita si trova piuttosto in alto e per arrivarci c’è un’arrampicata di metri e metri, fatta di lunghi e puntuti cristalli taglienti. Ormai il vestito del matrimonio è una schifezza e quindi, un paio di strappi qui e lì, Elodie si crea fantastici guanti e scarpe da arrampicata improvvisati che aderiscono come presi in un negozio di attrezzature professionali. Con l’aiuto di una corona lasciata provvidenzialmente da una delle principesse-flashback decedute (triplo colpo di scena carpiato), raggiungere la cima diventa un gioco da ragazzi. E il drago? Il drago aspetta Elodie: si è piazzato a bocca aperta proprio alle spalle della principessa che scala e scala e scala… ma, colpissimo di scena, non sputa fuoco.

Ed è subito “Dragon Trainer”

Elodie arriva all’uscita e c’è proprio una bella luce là fuori, quasi in cima a una montagna gigantesca e senza possibilità di scendere. Trascurando il come la principessa da sottoterra sia riuscita a sbucare fuori dalla quasi vetta di una montagna, andiamo avanti. Arriva il drago, mentre Elodie strepita in cerca di aiuto, e cerca di carbonizzarla. Proprio mentre il fuoco riempie la bocca della creatura, però, il padre di Elodie, Lord Bayford, è entrato nella grotta e chiama a gran voce “Elodieeeee”. A questo punto il drago lascia perdere la principessa e corre per far fuori Lord Bayford e i soldati che si è portato dietro.

Perché il padre di Elodie si trova lì? Perché gli è venuto un leggerissimo senso di colpa per aver sacrificato la figlia in cambio dei soldi. Ad ogni modo, il padre muore e la principessa scappa. Così, al suo posto, arriva la madre del principe lanciatore ufficiale di principesse, accompagnata da Floria (che ricordiamo è la sorella di Elodie), che l’abilità di precipitare da altezze inverosimili senza fratturarsi neanche un mignolo. Tra eredità genetiche pazzesche e nuove peripezie, Elodie che alla fine era riuscita a scappare, torna dal drago per salvare sua sorella. E la salva pure. Come? Ma ovvio: parlando con il drago! Sì perché il drago è in realtà una mamma drago alla quale i soldati del Re di Aurea hanno ucciso la prole di tre draghette. È arrabbiata (e si capisce bene) e in cambio di non distruggere tutto ha fatto un patto con il Re: per ripagare la morte delle draghette, la stirpe dei regnanti di Aurea è dannata e dovrà esserle data in sacrificio.

Furbescamente, invece che sacrificare i veri discendenti, i regnanti continuavano a far sposare il figlio con diverse principesse, poi con un taglio sul palmo della mano mischiavano il sangue delle giovani con quello reale e il drago ne sentiva l’odore accettando il sacrificio. Adesso, tutta questa storia complicatissima, Elodie la spiega in due parole a mamma drago, che però non vuole sentire ragioni. Allora la principessa con astuti quanto improbabili stratagemmi, ha la meglio sul drago. Ma, proprio all’ultimo, dopo che mamma drago l’ha quasi uccisa, voleva uccidere sua sorella, ha ucciso il padre e non si sa quante altre giovani ragazze ha divorato… Elodie, mossa da pietà, non la infilza con la spada. Non solo la risparmia ma la cura pure con le larve fluo. Mamma drago da quel momento è riconoscente: insieme vanno a dare fuoco a tutta Aurea e poi partono su una nave per non si sa dove. Ed è subito Dragon Trainer. Da qui, il sequel che vede Sdentato e Hiccup unirsi alla storia è quasi certo.

Speriamo in ogni caso di non vederlo mai.

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