Enzo Paolo Turchi: “La danza mi ha salvato”
“Raffa per me era una sorella. Che non è morta, è solo in tour”.


Enzo Paolo Turchi parla della sua infanzia difficile. Il ballerino e coreografo, classe 1949, sposato dal 1987 con Carmen Russo, si racconta a Il Messaggero parlando di come la danza l’abbia salvato. “Da bambino ho fatto la fame, sono cresciuto nelle strade dei Quartieri Spagnoli. Quando avevo quattro anni mio padre ci abbandonò – a me e mia sorella Lidia – e mia madre, che già aveva visto morire due figlie, uccise da un carro armato, perse la testa. Spariva per giorni. Così mi ritrovai a dormire dove capitava e a fare le pulizie in una bisca per mangiare almeno un panino”.
Poi è arrivata la danza. “Per fortuna, in uno dei rari periodi in cui ci stava con la testa, mia madre riuscì a iscrivere me e mia sorella alla scuola di danza del San Carlo, dove un nonno che non ho mai conosciuto era stato maestro di oboe, l’altro timpanista. All’inizio la danza non mi piaceva: troppa disciplina. Poi mi appassionai e a sedici anni e mezzo mi diplomai. Senza quella scuola chissà che fine avrei fatto. Ero un po’ scapestrato”.