Giuseppe Giofrè, dal bullismo al riscatto con Jennifer Lopez: la rivelazione di The Traitors Italia


C’è chi vince una gara e chi, anni dopo, vince la vita. Giuseppe Giofrè appartiene alla seconda categoria. Dalla sua Calabria fino ai palchi più importanti del mondo, passando per le coreografie accanto a Jennifer Lopez e Taylor Swift, il ballerino oggi è molto più di un talento della danza: è la rivelazione (nessun tradimento, qui) della prima edizione italiana di The Traitors Italia, dove mostra un lato inedito, più maturo e profondo. In un’intervista a Vanity Fair Italia ha raccontato a Mario Manca come tutto sia iniziato con la paura:
“A dodici anni avevo paura di uscire di casa perché volevano picchiarmi“, ha confessato.
Un’infanzia segnata dal bullismo, dalla sensazione di essere diverso e dalla necessità di trovare un rifugio. Quello spazio sicuro è diventato la danza, una forma di libertà che lo ha portato a trasformare il dolore in energia.
La determinazione, la disciplina e la voglia di riscatto hanno fatto il resto. Dopo la vittoria ad Amici nel 2012, Giofrè ha preso un biglietto di sola andata per Los Angeles e da lì non si è più fermato: videoclip, tour mondiali, grandi produzioni internazionali. Lavorare al fianco di Jennifer Lopez è stato il punto di svolta, un’esperienza che lui stesso racconta con ironia e affetto:
“La stessa Jennifer mi definisce il suo “gay husband”, lavoriamo insieme da 14 anni”.
Lopez lo ha accolto nella sua squadra, facendone uno dei suoi ballerini di punta e riconoscendone il carisma oltre la tecnica. La popstar, simbolo di forza e sensualità, ha rappresentato per lui un esempio e, allo stesso tempo, una conferma: essere se stessi, con fragilità e coraggio, è la chiave del successo. Quel ragazzo che da piccolo nascondeva il volto per paura, oggi si muove sul palco con sicurezza e consapevolezza, diventando un’icona di talento e determinazione.
Eppure, dietro l’apparenza perfetta, Giofrè continua a cercare nuove sfide. The Traitors Italia è una di queste. Lo racconta sempre a Vanity Fair:
“Quando ho scoperto il format ero in America… un mese dopo mi arriva la proposta di farlo, e ho pensato che c’entrasse un po’ il destino”.
Per poi aggiungere:
“L’ho vissuta come un’opportunità per uscire dal classico schema del ballerino carino che arriva da Amici e che è tendenzialmente buono e dolce”, ha spiegato.
Il risultato è sorprendente: Giofrè si impone nel cast come presenza equilibrata, magnetica, e che brilla proprio come una Stidda (suo libro d’esordio edito Mondadori). La sua calma, la capacità di leggere le dinamiche, l’empatia con gli altri concorrenti lo rendono una figura chiave del gioco. In un reality dove la maschera e la verità si confondono, lui sembra portare una sincerità disarmante.
“Sapevamo tutti all’inizio che potevamo essere scelti o come leali o come traditori, in fondo”, racconta.
Oggi Giuseppe Giofrè è un artista completo, ma soprattutto un uomo che ha imparato a non nascondersi più. Nell’intervista confida di vivere un momento di piena serenità:
“Sto bene con me stesso: ho ancora tante cose da fare e tanti obiettivi da raggiungere”.
E quel sorriso che a The Traitors diventa spesso un’arma gentile, in realtà racconta un lungo cammino di accettazione e rinascita: è proprio la sua umanità in fondo ad averlo reso speciale. Per questo, nel panorama di questa prima edizione di The Traitors Italia, è lui la vera rivelazione. Non solo per la strategia o il fascino, ma per la storia che porta dentro: quella di un ragazzo che è stato ferito, che ha ballato accanto alle stelle, e che oggi, finalmente, brilla di luce propria.