‘Anima Nera’ è il nuovo album de Il Tre, che torna venerdì 7 novembre con un progetto di undici tracce anticipato dal singolo PAURA DI ME già in radio e digitale. In uscita sia in formato fisico sia sulle piattaforme streaming, il disco è un racconto degli umori chiaroscurali e dei sentimenti di fragilità che Guido (nome all’anagrafe dell’artista) affida alla penna e alla voce. Con quella sincerità che lo contraddistingue da sempre e che rende i testi dei suoi brani piccoli trattati emotivi di un’intera generazione.
Dall’io al noi e ritorno, con la consapevolezza di avere ogni volta imparato qualcosa in più anche – se non soprattutto – attraversando il buio. Fra i temi toccati ci sono, per esempio, la dipendenza affettiva, la paura, il tradimento, la solitudine, ma anche il coraggio di inseguire i propri sogni. Da qui anche l’attitudine più positiva nei brani legata a una parola che il giovane artista ripete spesso durante il nostro incontro: serenamente. Una conquista, ma anche una forma di coraggio.
E per uno a cui piace giocare coi contrasti e i chiaroscuri, anche nelle parole, non stupisce un’apertura del disco con il brano NOVEUNOUNO. “Le motivazioni sono due – racconta Il Tre – intanto richiama un tipo di macchina che mi piace molto. Ma anche perché può essere inteso come il codice dell’ambulanza americana: aveva quel senso ambiguo che mi intrigava. Mi incuriosiva come titolo e ho pensato potesse incuriosire anche chi ascolta. È nato così”.
Partiamo, allora, dal giorno zero di ‘Anima Nera’. Come è nata l’idea originaria dell’album?
Sicuramente c’è stato un momento preciso in cui mi sono accorto che stavo davvero facendo un disco. Ed è stato quando ho realizzato la titletrack, ANIMA NERA. Eravamo in sessione qui a Milano, proprio in Warner. Abbiamo fatto questo pezzo e ci siamo resi conto che avrebbe fatto parte di un progetto più esteso, un album. Il cui titolo nasce dal desiderio di cercare gli angoli più bui anche dentro personalità luminose. Perché anche chi emana luce può avere qualche zona d’ombra: non è detto che non ci debba essere.
Rispetto al progetto che magari all’inizio avevi in mente, che cosa ti ha stupito a disco concluso?
Sono rimasto colpito dalla mia versatilità. Dentro l’album c’è davvero tanta sperimentazione musicale, più di quanto pensassi possibile per me. Non credevo di potermi spingere così oltre. È la cosa che mi ha sorpreso di più.
Nei tuoi testi riversi un racconto fatto di vulnerabilità e fragilità: è stato terapeutico scrivere questo disco? In che modo?
Ho la grandissima fortuna di riuscire a trasformare un momento triste o malinconico in musica. Per me è una valvola di sfogo. E ti assicuro che negli anni ho vissuto cose pesanti, ma sono sempre riuscito a canalizzarle in ciò che scrivo. Ogni volta che mi capita qualcosa di brutto penso: “Ok, è brutto… ma facciamoci un altro disco”. Questo è un po’ il senso. È la mia maniera di rimettere insieme la delusione, la rabbia, la sensazione di essermi perso – e trasformarla in canzoni. Così è nato anche questo album.
E riascoltare una canzone come Francesca, come ti fa sentire?
Francesca è sicuramente la traccia più fuori dalla mia comfort zone, sia per sonorità che per testo.
Sono molto soddisfatto del risultato: non è malinconica, non è triste, non c’è cattiveria né odio. C’è solo tanta gioia legata a un ricordo bello. È stato un periodo della mia vita durato sette, otto anni ma è stato bello, questo è sicuro.
In questo disco c’è spazio anche per sogni e ambizioni. Quali sono i tuoi?
Il mio sogno, quello che inseguo sempre, è vivere di musica per tutta la vita. Preferisco fare trent’anni di carriera stando “nel mezzo”, piuttosto che tre anni al numero uno e poi scomparire. A me piace proprio la musica. Non mi muovono la fame, i soldi o altro: è passione pura. Ho fatto musica per tanti anni gratis, anzi pagando di tasca mia. Il giorno in cui mi si spegnerà la passione, allora sì, sarà un problema. Ma finché c’è, io me la godo.
Quanto ti senti cambiato dagli esordi?
Devo dire che dalla prima all’ultima traccia sono cambiato, o meglio sono cambiate tante cose. È però rimasta la spontaneità e la genuinità con cui scrivo i miei testi e faccio i dischi. A livello personale, se penso a quanto quando abbiamo girato Le vostre madri non è che fossi povero… ma quasi. Quindi i soldi ti cambiano, cambiano chiunque. Però sono rimasto me stesso nelle abitudini e nelle cose che faccio. Se devo andare a mangiare, vado sempre al McDonald’s con gli amici, senza dubbio.
Rispetto a quei momenti, la vera differenza è la consapevolezza. Quando giravamo quel video pensavo: “Chissà se tra un anno sarò ancora qui. Chi lo sa?”. Poi è passato il tempo, ho acquisito molte consapevolezze, oggi sono molto più sicuro come artista. Sono cresciuto: allora avevo 20 anni, oggi ne ho 28, tra un po’ 30. Tecnicamente, paradossalmente, è cambiato tutto ma non è cambiato niente. Penso sia la risposta più sensata che possa dare.
Da Sanremo 2024 al Live Tour 2025
In un passaggio di NOVEUNOUNO dici “non è Sanremo che deve dirmi quello che mi aspetta, quello che devo fare”. Come ha vissuto la partecipazione al Festival nel 2024 con Fragili?
Per me Sanremo è stato davvero un bel periodo della mia vita. Me la sono vissuta veramente bene, anche se il primo giorno mi hanno comunicato che avrei cantato alle tre del mattino. Lì ho “switchato”: ero a Sanremo, me la volevo vivere serenamente. Che fossi primo o ultimo, poco cambiava. Poi, ovviamente, ci sono tanti occhi che guardano e tante bocche che parlano. E sembra quasi che la gente voglia giudicare la tua carriera basandosi solo su Sanremo. Ma se io sono arrivato a Sanremo c’è un motivo: ci sono otto anni di lavoro prima.
Su quel palco è come se si giocasse tutto in una manciata di minuti.
Mi dava fastidio sentir parlare persone che non sapevano nulla. Qualcuno ha criticato il mio aspetto fisico senza neanche ascoltare la canzone. Ho letto articoli che parlavano di “pezzo trap”: ma dove? Non era così. Detto questo, me la sono vissuta bene. E ancora oggi ne vado fiero: per me è stato un momento importante.
Da fine novembre, Il Tre sarà impegnato nel suo Live Tour 2025 al via da Bologna. Le date
- 28 novembre – Bologna, Estragon
- 30 novembre – Firenze, Teatro Cartiere Carrara
- 2 dicembre – Padova, Gran Teatro Geox
- 3 dicembre – Torino, Teatro Concordia
- 5 dicembre – Molfetta (BA), Eremo Club
- 16 dicembre – Milano, Fabrique
- 18 dicembre – Roma, Palazzo dello Sport.

