Gazzelle: “La mia generazione è senza riferimenti”

“Noi trentenni veniamo da un mondo che non c’è più”.

Gazzelle: “La mia generazione è senza riferimenti”Gazzelle: “La mia generazione è senza riferimenti”
Musica

Gazzelle parla della sua generazione e della mancanza di riferimenti. L’artista è tornato con il disco Indi, che fa da ponte ai due appuntamenti live di questa estate, due importanti e ambiziosi eventi: il Circo Massimo di Roma il 7 giugno e il 22 giugno lo Stadio San Siro di Milano.

Il cambiamento dei social

Gazzelle in un’intervista a La Repubblica ha spiegato cosa vuol dire oggi essere indie: “Fare musica senza inseguire in maniera spudorata i trend. Non essere influencer, personaggio TV. E poi con questo disco, che è il quinto, ho cercato la ‘fame’ degli esordi: ero un pizzaiolo, avevo una vita movimentata ma piena di sogni, il successo mi ha reso più stabile e noioso paradossalmente”. Poi sottolinea: “La mia generazione è senza riferimenti. Noi trentenni veniamo da un mondo che non c’è più: i social hanno cambiato le basi con cui siamo cresciti, i modelli dei nostri genitori – che a quest’età erano già sistemati – sono inapplicabili per motivi economici. C’è precariato. Chi è venuto dopo, se non altro, ha già interiorizzato tutto ciò. Noi no. Per questo a volte siamo nostalgici”.

Il disagio Sanremo

Vasco Rossi è uno degli idoli di Gazzelle. “È un mio mito mi hanno colpito gli occhi, profondi”, ci tiene a sottolineare il cantante. “Ha una grande paura. E sa che esisto. Ci siamo visti dopo un suo live, è stato breve, ma meglio così: i miti lasciamoli al loro posto. Da lui ho imparato semplicità e sincerità. Sembra un vincente, poi canta: ‘Io sto male’. Avrei voluto vederlo alla mia età, sarebbe stato uno shock”. E su Sanremo dice la sua: “Non sono una rockstar. Sanremo non è il mio palco, troppo poca musica. Non tornerò, voglio solo cantare. Mi sono sentito a disagio. Prima delle Cover ero talmente esausto che, credo, di aver avuto un attacco di panico. Ma mi consolo: almeno quella sera sapevo perché stavo male”.

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