P. Diddy condannato a 50 mesi: decisivi i racconti delle ex fidanzate


Il rapper e produttore discografico P. Diddy, all’anagrafe Sean John Combs, è di nuovo nei guai.
Dopo essere stato assolto dalle accuse di traffico sessuale e associazione a delinquere — reati che gli sarebbero potuti costare l’ergastolo — il 3 ottobre il giudice Arun Subramanian lo ha condannato a 50 mesi di reclusione e al pagamento di una multa di 500.000 dollari.
Inutili le scuse del rapper che ha dichiarato di essersi pentito, perché ciò che ha fatto è:
“disgustoso, vergognoso e malato“
Le accuse, secondo quanto riportato da La Stampa, riguardano:
«[…] trasporto a scopo di prostituzione. Diddy, infatti, aveva raggiunto degli accordi per far viaggiare e incontrare le sue ex fidanzate con degli accompagnatori pagati, conosciuti come freak-off e hotel nights.»
La difesa aveva chiesto una pena non superiore a 14 mesi, mentre i procuratori di New York avevano proposto oltre 11 anni di carcere.
Determinanti per la condanna sono state le testimonianze di due donne — tra cui la cantante Cassie — che hanno raccontato nel dettaglio cosa accadeva durante gli incontri organizzati da Diddy.
Il giudice Subramanian ha spiegato la sua decisione, sottolineando l’importanza di dare un segnale chiaro:
«Lo sfruttamento e la violenza contro le donne vengono presi sul serio e affrontati con responsabilità.»
Infine, si è congratulato con le due testimoni per il coraggio dimostrato nel raccontare una vicenda così drammatica, che potrà incoraggiare altre donne a trovare la forza di denunciare:
«Avete detto a quelle donne e al mondo che la violenza a porte chiuse non deve restare nascosta per sempre.»
Per P. Diddy si chiude così un altro capitolo oscuro, mentre per le vittime questa sentenza potrebbe rappresentare una piccola ma significativa vittoria di giustizia.