Artem Tkachuk, 25enne attore noto per aver interpretato Pino ‘o pazzo nella serie di successo Mare Fuori, ha affidato ai suoi social un lungo sfogo in cui condivide il periodo difficile che sta vivendo. Risale, infatti, a qualche mese fa l’episodio che lo ha visto protagonista di un’aggressione, seguita da un ricovero in regime di trattamento sanitario obbligatorio (TSO). E ancora, nell’ultima settimana, ecco alcune immagini pubblicate online che hanno ulteriormente allarmato i fan sulle sue condizioni di salute.
In una lunga serie di Instagram Stories, l’attore ha parlato senza filtri, respingendo alcune ricostruzioni e criticando la copertura mediatica. Le sue parole sono forti e dirette: “Non chiedo scusa a nessuno e non devo dare spiegazioni a nessuno. Ho tante collere e traumi accumulati dentro alla mia anima già da piccolo, ora che sta esplodendo tutto dentro di me è una reazione a tutte le ipocrisie e sciacalli che mi hanno circondato fino ad ora…”.
I riferimenti di Artem riguardano quindi non solo il passato recente, ma anche un vissuto personale lungo e doloroso, che l’attore percepisce come frainteso o strumentalizzato dai media e dal pubblico. Nel corso del suo racconto, l’attore scrive di aver subito un ricovero in regime di TSO per oltre due settimane lo scorso settembre. Allora, era stato accompagnato in ospedale in stato di agitazione e, in tale contesto, avrebbe spintonato il personale sanitario danneggiando un macchinario al pronto soccorso.
Il TSO, i traumi e la pressione mediatica
Tkachuk, però, respinge le accuse. Scrive: “Nell’ambulatorio avevo solo stracciato le flebo dalle vene. Ero uscito a fumarmi una sigaretta per calmarmi e quando sono rientrato con calma mi hanno abbattuto come un elefante. Mi sono svegliato per 13 giorni nel TSO in mezzo ai veri pazzi ho letto tutta quella m***a che i giornalisti m***si hanno scritto… Poi mi dite perché sono arrabbiato con questa città che mi ha cresciuto. Non c’è stata esposta nessuna denuncia infatti perché non avevo rotto niente”.
Un racconto da cui emerge un profondo senso di frustrazione anche per come l’episodio è stato raccontato dai media, “Ma voi, gente del popolo, credete a ciò che leggete. Ed è pure giusto che sia così”, prosegue Artem che in un passaggio riconosce il suo carattere spinoso riflettendo poi sulle difficoltà personali vissute negli anni e citando traumi e ferite interiori accumulati dall’infanzia. “Lo so, il mio carattere esplosivo fa paura o può sembrare folle – confida – Ma vi assicuro che non ho mai fato uso di sostanze perché sono cresciuto in un quartiere dove ho visto la gente morire lentamente davanti ai miei occhi”.

Quindi, esprime inoltre il desiderio di allontanarsi dai social per concentrarsi su se stesso. “Voglio scomparire dai social e dedicarmi al mio lavoro spirituale e mentale… [Nel]l’ultimo incontro con la psicologa che ho conosciuto, una grandissima donna, le ho raccontato tutta la mia storia dall’infanzia fino ad oggi e non sapete cosa vuol dire avere la pressione mediatica di tutto il paese addosso per anni. Lei è rimasta in lacrime”.
Lo sguardo al futuro
Nello sfogo non manca una ferma dichiarazione di indipendenza emotiva e professionale, con l’annuncio di un 2026 “ricco di progetti. Natale lo festeggerò da solo perché non c’è una famiglia e a casa dei altri non mi va di stare, stessa cosa il Capodanno… Sto sereno e sto bene…”. La conclusione, poi, è una sfida: “se qualcuno di voi haters ha qualcosa da dirmi vi mando la posizione e vediamo se sapete parlare a nocche crude… Perché io non provo più niente in questa vita né dolore né freddo né niente… Manager fasulli e gente che mi ha sempre solo usato per cash… fo***i tutti. Buona vita, ci rivedremo presto”.
Un discorso che tocca tanti argomenti e un nervo sensibile nel dibattito pubblico, quello sulla salute mentale che merita attenzione e delicatezza.

