Il Tre si racconta, sottolineando che è orgoglioso di essere un rapper fuori dagli schemi. Il cantante al palazzetto dello Sport all’Eur chiuderà con uno show il tour estivo il 9 novembre, durante il quale presenterà dal vivo anche il nuovo inedito Occhi tristi uscito il 18 ottobre.
Virali senza passato
“Ho iniziato a fare musica a quattordici anni e poi seriamente dai diciassette ai diciotto, quindi una decina di anni ce l’ho messa per arrivare. Non volevo bruciare le tappe e volevo arrivare con una gavetta alle spalle, con un background importante“. Il rapper sottolinea poi che “con le piattaforme è molto più facile sfondare, diventare virali senza una sorta di passato. Non è per forza una cosa negativa, ma neanche positiva. L’importante è costruire una fanbase che ti supporti, creare una sorta di famiglia con il pubblico. È merito anche delle persone, se un artista arriva e dura negli anni“.
Nessuna limitazione all’arte
“Essere definito ‘diverso’ per me è un complimento”, ci ha tenuto a precisare l’artista. “Mi sento e risulto diverso nei testi. Molti artisti trattano temi di strada o di ostentazione di beni materiali, e comunque è la loro vita e su questo non metto bocca perché ogni artista parla di quello che vive: è libero di esprimere il concetto che vuole e gli ascoltatori sono liberi di ascoltare o meno. Non di pensare a una censura per legge: è assurdo. Se limitiamo anche l’arte siamo alla frutta. Io sono più focalizzato sulle mie sensazioni quotidiane, su come mi sento. Forse per questo mi reputano diverso, ma lo accetto è la verità“.