Chiara Ferragni tra le tracce della maturità in Tunisia: il “Pandoro-gate” è caso di studio

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Attualità e Cronaca

Chiara Ferragni è finita tra le tracce d’esame della maturità tunisina. Ebbene sì: l’imprenditrice digitale è diventata oggetto di analisi in una prova di inglese basata su un articolo del The Guardian. Agli studenti è stato chiesto di riflettere sullo scandalo noto come “Pandoro-gate“, che ha coinvolto l’influencer in un controverso caso di comunicazione legato alla beneficenza.

La prova, proposta dal Ministero tunisino dell’Istruzione, partiva da un estratto in lingua inglese che ricostruiva la vicenda. Ai maturandi è stato quindi chiesto di analizzare gli effetti sociali ed economici dello scandalo. L’episodio è stato presentato agli studenti come un esempio emblematico delle conseguenze reputazionali per un personaggio pubblico nell’era dei social media. Non solo: nel testo si legge che l’influencer “sta lottando per preservare il proprio prestigio” dopo la vicenda legata a una torta natalizia (pandoro, ndr), definita come “inizialmente promossa come iniziativa solidale”.

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Al centro della questione il protagonista è stato infatti un pandoro griffato, venduto a un prezzo superiore rispetto al normale. Il tutto presentato come progetto benefico in collaborazione con l’azienda dolciaria Balocco. In realtà la donazione all’ospedale Regina Margherita di Torino, pari a 50.000 euro, era stata versata prima del lancio del prodotto (e non quindi collegata al numero di vendite). Questa discrepanza ha innescato una dura reazione dell’opinione pubblica e dell’Autorità garante per la concorrenza e il mercato, che ha multato sia Ferragni che l’azienda.

In seguito alla vicenda, Chiara Ferragni ha pubblicato un video di scuse, definendo il tutto “un errore di comunicazione”, e ha annunciato una donazione personale da un milione di euro. La vicenda, inevitabilmente, ha avuto ripercussioni anche sul piano normativo. Il governo italiano ha introdotto nuove regole che impongono trasparenza nella pubblicità online per influencer con un ampio seguito, prevedendo sanzioni fino a 600.000 euro per chi viola tali obblighi.

Il fatto che il caso sia finito in una traccia d’esame in un altro Paese dimostra quanto la portata della vicenda abbia superato i confini nazionali. L’episodio è ormai diventato simbolo della comunicazione digitale, sollevando interrogativi sul rapporto tra immagine, fiducia e responsabilità nei confronti del pubblico.

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