Gabriele Corsi ha ufficialmente ripreso la conduzione di Don’t Forget the Lyrics! – Stai sul pezzo, che è tornato in onda lunedì 10 marzo. A Leggo ha raccontato la sua esperienza al Festival soffermandosi sull’intervista con Simone Cristicchi. Si sta preparando per il suo quinto Eurovision Song Contest, dove commenterà l’evento insieme a BigMama. “Come avevo chiesto e sperato sono il Pippo Baudo dell’Eurovision è il quinto anno di fila e sono il commentatore con il maggior numero di serate all’attivo. Sono felicissimo, onorato. Sono felicissimo, soprattutto di essere con BigMama anche perché in parte ho partecipato anche io a suggerire il suo nome. Sarà bellissimo”.
Un programma senza pretese
“Quando sei alla settima edizione, è un onore e un piacere vedere il gradimento del pubblico. Sanremo lo ha dimostrato: la gente ha voglia di cantare, ha voglia di karaoke. Ogni tanto Fiorello mi scrive e mi chiede se mi diverto. Gli dico che abbiamo un debito enorme nei suoi confronti. È un programma anni ’80-’90, con una conduzione anni ’80-’90. È un programma di intrattenimento senza pretese, radiofonico, perfetto per l’ora di cena. Quello che vedi in video non è un personaggio, sono me stesso Tutto vero, anche il pubblico. È tutto dal vivo, un varietà perenne, e lo conduco esattamente come lo vedi, teniamo tutto, come la radio. Io studio molto, sono pignolo, mi chiamano il monaco, non a caso. Sono un nerd, so di essere un privilegiato e rispetto il pubblico“.
Non mi vergogno
Nonostante le critiche ricevute per aver mostrato le sue emozioni in diretta, Gabriele Corsi ha rivendicato le sue lacrime: “È un momento storico in cui tutto viene analizzato e criticato, perché siamo nella quotidianità del ‘mi piace’. Sono stato toccato dalla situazione non mi nascondo. Non riuscivo a controllarmi perché ero sopraffatto dalle emozioni. Di cosa avrei dovuto vergognarmi? Che una canzone mi toccasse così tanto? Ho pensato fosse giusto. Ma chi ha deciso che dobbiamo sempre essere all’altezza delle aspettative? Io ero a Sanremo, nel momento più alto della mia carriera, ma mi sentivo colpevole di non essere a casa, ero sempre con il cellulare in mano nel caso mia mamma avesse bisogno di me. Dipende da come si è fatti, quello che hai visto è ciò che sono. Ci sono tante cose che magari mi danno imbarazzo, questa no. E non capisco perché dovrei fare il maschio alfa“.