Correva l’anno 2012 e alla scrivania di X Factor 6 sedevano Simona Ventura, Arisa, Morgan ed Elio. Durante una delle puntate live, va inscena uno dei confronti più caldi che la tv ricordi, conclusosi con l’ormai iconica frase di Arisa alla Ventura “Sei falsa!”. A tredici anni di distanza, quell’appellativo risuona ancora e la cantante, nel salotto di Verissimo, rivolge le sue scuse alla conduttrice.
“Adoro Simona”, afferma Rosalba Pippa, vero nome di Arisa. “Quello fu un momento in cui io ero molto agitata e mi sono sfogata con la persona che, in realtà, era più vicina a me. Perché poi succede così… abili. Però le ho chiesto scusa un miliardo di volte, e ancora le chiedo scusa perché lei non è falsa. Anzi, è una delle persone più vere che ho conosciuto nella mia vita. Non fa pettegolezzi, non ama perdere tempo, è proprio una donna tutta un pezzo. Io le vorrei somigliare… è proprio una grande”.
Ma esiste l’amicizia fra donne nel mondo della musica e dello spettacolo?, chiede quindi Toffanin.“Ci si vede poco e ci si frequenta pochissimo – è la risposta di Arisa – però c’è un grande affetto nei confronti di tutte. Anche considerando quanto è difficile fare questo lavoro per noi donne in questo paese. Ci sono delle difficoltà oggettive: prima di tutto conciliare la vita privata con la vita professionale, è difficilissimo”.
“E poi è difficilissimo fare i conti con lo specchio, con il proprio aspetto fisico, con il rivedersi”, aggiunge ancora. “Non è scontato, poi, che il pubblico capisca i tuoi cambiamenti e le donne, secondo me, cambiano più spesso degli uomini. Ti chiedono di essere coerente nonostante il tempo passi e tu sia diventata una persona diversa di volta in volta… il pubblico da te si aspetta una coerenza”.
Infine, immancabile, la domanda sul Festival di Sanremo. “Sogno sempre Sanremo, da quando ero bambina, per questo ci provo sempre. Nessuno si deve scandalizzare. E quando ci provo, prendo anche in considerazione la possibilità che possa non essere il mio momento anche perché, quando mi succedono delle cose che vanno un po’ contro i miei progetti, la vivo come un’occasione per interrogarmi su me stessa. Non do colpe agli altri e questa è una cosa buona che mi riconosco”.

