Bruno Vespa, durante la puntata di “Porta a Porta” andata in onda il 14 ottobre, si è trovato a fare una doverosa precisazione all’avvocato Massimo Lovati.
In studio, Vespa stava conducendo un approfondimento sul delitto di Garlasco e, nel rivolgere alcune domande all’ex legale di Andrea Sempio, quest’ultimo ha risposto:
“Non siamo in un’aula di tribunale, siamo in un programma, come tutti gli altri, di intrattenimento.”
A quel punto, il conduttore ha puntualizzato che “Porta a Porta” è una trasmissione di informazione.
È poi intervenuto Andrea Biavardi, direttore del settimanale Oggi, che visibilmente infastidito ha replicato:
“Io faccio il giornalista da 45 anni e non faccio intrattenimento sugli omicidi e sui delitti in cui è morta una ragazza. Mi dispiace, ma io l’intrattenimento lo divido dall’informazione e infatti sono qui a Porta a Porta anche per questo. Io non faccio intrattenimento su cose così tragiche.”
L’avvocato Lovati ha ribadito che, oltre a essere una trasmissione d’informazione, il programma è anche uno show di intrattenimento. A quel punto Vespa, visibilmente seccato, ha preso di nuovo la parola:
“Questa non è una trasmissione d’intrattenimento, abbia pazienza, scusi. Vede qualcuno ballare? Vede qualcuno giocare? Vede qualcuno appeso ai lampadari? Vede qualcuno che apre i pacchi? E no, quella è un’altra cosa, eh, abbia pazienza. […] Questo vuol dire che, essendo una trasmissione, tra virgolette, d’intrattenimento, allora ognuno può dire quello che vuole anche rivestendo dei panni professionali? Un avvocato può trasformarsi in che cosa? Non voglio dirlo io, lo dica lei.”
Per quanto le precisazioni di Vespa, dato l’argomento, siano sensate e condivisibili, il confine tra informazione e intrattenimento, in generale, resta talvolta così sottile da lasciare spazio a interpretazioni diverse.