Fiorello è stato il grande protagonista della mattinata conclusiva della prima edizione de Il Festival dello Spettacolo, l’innovativo evento ospitato negli spazi del Superstudio Più di Milano e interamente dedicato alle diverse anime dell’intrattenimento. Davanti a una platea gremita, lo showman ha dato vita a oltre un’ora di chiacchierata-show con Aldo Vitali, Direttore di TV Sorrisi e Canzoni, regalando momenti di ironia, riflessione e grande energia. A sorpresa, sul finale, si è aggiunto anche Fabrizio Biggio, compagno d’avventura radiofonico di Fiorello nel programma La Pennicanza su Radio2, rendendo l’incontro ancora più vivace e ricco di aneddoti.
Tra una battuta e l’altra, Fiorello ha affrontato con la consueta schiettezza alcuni temi legati alla televisione di oggi. Rispondendo a una domanda del pubblico sul suo possibile ritorno in prima serata, ha commentato:
“Pensa fare oggi il varietà di 3 ore. A che ora lo inizio? Alle 23? Finirebbe alle 6 del mattino! Non si può. Un tempo il giornalista del Tg1 dava la linea alla trasmissione successiva alle 20.30. Non è una critica, ogni cosa è figlia del suo tempo. All’epoca andava bene così. Milioni di persone stanno davanti alla tv a quell’ora, se il pubblico vede Affari Tuoi e La Ruota della Fortuna e la gente è soddisfatta va bene così, altrimenti cambierebbe canale”.
Un commento che fotografa perfettamente la trasformazione del piccolo schermo e i nuovi ritmi. Sempre con il sorriso.
Non poteva mancare un accenno al Festival di Sanremo, al centro della curiosità del pubblico e dello stesso Vitali, che gli ha chiesto:
“È vero che vai a Sanremo?”
Fiorello ha risposto con chiarezza:
“Dopo 5 Festival non lo farei. Per rispetto verso Amadeus, non lo potrei fare. Conti è una persona straordinaria, e lui stesso lo sa. E non sarebbe giusto anche per chi lo guarda vedermi sempre lì”.
L’incontro si è chiuso con una premiazione speciale: Fiorello ha ricevuto ben tre Telegatti, uno giallo, uno blu e uno fucsia, come riconoscimento della sua straordinaria carriera e della capacità unica di unire generazioni diverse nel segno dello spettacolo.

