Wanna Marchi, protagonista delle televendite negli anni ’80, nel 2001 è finita al centro di uno scandalo sollevato da Striscia la Notizia. Lei, la figlia Stefania Nobile e il mago Do Nascimento erano stati accusati di aver venduto in modo truffaldino numeri del lotto e amuleti a persone anziane o comunque a individui in condizioni di fragilità.
Nel 2022, nel corso della serie Netflix dedicata alla sua storia, “Wanna”, facendo riferimento alle persone truffate, aveva pronunciato la frase diventata poi un celebre meme: “perché i cogli*ni vanno in*ulati”. A “Belve“, da Francesca Fagnani, aveva rivendicato senza esitazioni quella sua uscita:
“Lo penso, essere ingenui e ignoranti al punto di fare certe cose… siamo nel 2000 e passa… è una colpa.”
Ebbene, Wanna ha deciso che era giunta l’ora di tatuarsi quella frase sull’avambraccio. Con un font morbido, un corsivo dall’apparenza innocente. Nei video circolati sui social, la ex teleimbonitrice ne fa soprattutto una questione d’orgoglio. Ha spiegato che a 83 anni non ha certo paura di imprimersi sulla pelle ciò che considera un suo mantra:
“A parte Wanna Marchi che sono io, piacere di conoscervi, che se lo è tatuato a 83 anni, potete farlo anche voi a 70, 80, 92 perché no?”
Invita addirittura a fare altrettanto, come fosse un promemoria, perché — sostiene Marchi — chi si dimentica quella frase è “perduto”. E naturalmente, come sempre accanto a lei, la figlia Stefania fa da eco con uno stile che fa pendant:
“Il prossimo lo faccio io e scrivo: ‘Se non li in*ulo io, lo fa qualcun altro’.”
I video sono diventati virali nel giro di poche ore, dividendo gli utenti social tra chi applaude la “coerenza” della Marchi e chi invece, come si legge su Il Giornale, sottolinea con amarezza:
“Non ha capito il concetto della funzione rieducativa della pena.”

