Ogni volta che Francesca Fagnani intervista un attore o un’attrice a “Belve“, ne approfitta per fare una delle sue domande ricorrenti:
“Esiste il ‘circoletto’ di cui parlava Giuliana De Sio?”
Nel 2018, l’attrice era stata ospite della trasmissione, che allora andava ancora in onda sul canale Nove. In quell’occasione la Fagnani le chiese se nel cinema lavorassero sempre le stesse persone, e lei rispose di sì, definendo quella cerchia ristretta “il circoletto”, aggiungendo che lei, suo malgrado, ne era fuori.
Da quel giorno la domanda è diventata quasi una “liturgia” — è proprio così che l’ha definita De Sio in un’intervista al Corriere della Sera:
“Fagnani ha fatto della domanda sul ‘circoletto della De Sio’, una cosa detta forse 15 anni fa, una liturgia. Vado al bar e mi chiedono del circoletto. Un appello alla Fagnani: basta con questa frase, trovatene un’altra.”
Si è tolta un sassolino dalla scarpa che, col tempo, è diventato un piccolo fardello: divertente per il pubblico e per il programma, un po’ meno per lei, che chiede – senza mezzi termini – di cambiare musica.
Una richiesta comprensibile: le etichette, quando diventano tormentoni mediatici, finiscono per attaccarsi addosso in modo irreversibile. E se è vero che quella battuta ha contribuito a rendere iconico il format, è altrettanto vero che per Giuliana De Sio quel “circoletto” è ormai un ritornello ingombrante. Forse è davvero arrivato il momento di archiviarlo, lasciando spazio a una nuova frase simbolo o, quantomeno, di citarlo senza continuare a tirare in ballo il suo nome.

