Leo Gullotta, volto storico del Bagaglino, omosessuale dichiarato, è stato intervistato oggi dal Corriere della Sera. Gullotta è stato tra i primi personaggi pubblici in Italia a dichiararsi gay, nel 1995. Durante l’intervista, l’attore ha voluto condividere la propria storia, parlando di sé e della propria identità sessuale, e raccontando proprio del momento in cui nel ‘95 fece outing, dichiarando al mondo intero di essere omosessuale: “Ero alla conferenza stampa di presentazione del film di Christian De Sica Uomini, uomini, uomini, storia di quattro omosessuali borghesi. A un certo punto un giornalista mi chiese se ero omosessuale. Risposi: “Sì. Perché? Mi dica”. Rimase zitto. Ma tutto questo fece molto scalpore”.
Leo Gullotta sul palcoscenico con suo marito
Ora, per fortuna, le cose sono completamente diverse. In questo periodo Gullotta è impegnato a teatro con lo spettacolo In ogni vita la pioggia deve cadere, dove è sul palco assieme al marito Fabio Grossi, sposato nel 2019 dopo decenni d’amore. Gullotta dichiara, infatti, di aver capito tardi la sua vera natura, circa intorno ai 30 anni. Ovviamente, fare coming out non è stato sicuramente facile per l’attore, che ha raccontato al Corriere: “Fino ai 30 anni ho vissuto una vita eterosessuale, poi ho capito che la cioccolata non mi piaceva più: desideravo la crema, e così ho fatto”.
Il no della Rai
Certo, non tutti, all’epoca, erano pronti ad accettare l’omosessualità. Leo Gullotta, infatti, rivela di aver perso un lavoro importante proprio perché gay e ricorda questo capitolo per lui particolarmente doloroso: “Quando in un Paese democratico come l’Italia mi sono sentito dire: no guarda, tu non lavori con noi perché sei omosessuale. Quell’episodio mi fece molto male. Durò un pomeriggio, cominciai a protestare, ad alzare il ditino: era sbagliato, volevo che me lo dicesse in faccia chi lo aveva deciso. Ma la mia domanda veniva sempre elusa: la colpa era sempre di qualcun altro”.
L’episodio in questione accadde nel 2012, quando l’attore fu scartato per il ruolo di Don Luigi Puglisi in una fiction Rai: “In quel momento Puglisi era in odore di beatificazione e un funzionario Rai ebbe paura che lo mandassero via perché un personaggio del genere non poteva essere interpretato secondo lui da un omosessuale. Alla Chiesa però non interessa assolutamente nulla di tutto questo, ho fatto tanti personaggi in abito talare e la Chiesa non mi ha mai detto nulla”.