Mahmood: “Il mio scopo? Durare più tempo possibile”

"L’unica cosa che può salvarti è la gavetta che ti permette di migliorare".

Mahmood: "Il mio scopo? Durare più tempo possibile"Mahmood: "Il mio scopo? Durare più tempo possibile"
Musica

Mahmood, reduce dal successo del suo tour europeo, si è aperto con i giornalisti a margine del concerto al Paradiso di Amsterdam, raccontando le sue emozioni e le sfide affrontate negli ultimi mesi. Racconta i primi anni difficili, quando era un giovane autore in cerca di un contratto discografico, e i periodi di sconforto.

Tuta Gold vola alto

“Mi sento fortunato, non mi aspettavo questo casino. Quando Tuta Gold ha cominciato a volare ci svegliavamo e ci chiedevamo se fosse vero. Non dovevo andarci a Sanremo. Avevo scritto ‘Tuta Gold’ mentre ero in Sardegna, volevo una canzone che facesse piangere e twerkare allo stesso tempo, un baile funk: abbiamo cambiato cinque ritornelli e scritto la versione definitiva a Milano. Siamo andati in studio con Jacopo Ettorre, che ha fatto melodia. Il pensiero di Sanremo è nato agli sgoccioli, ci siamo fatti la fatidica domanda: vuoi andarci?“.

Sanremo: un’opportunità e un dubbio

La partecipazione al Festival di Sanremo, inizialmente non prevista, si è rivelata una scelta vincente: “Il dubbio era andare con ‘Tuta Gold’, che per me era un singolo estivo. In alternativa c’era una canzone, una ballad che non è nel disco, però dopo ‘Brividi’ non volevo andare con un’altra ballad, ma con qualcosa che non avevo fatto prima. E comunque, una volta che hai cantato una canzone su quel palco puoi cantarla su tutti i palchi. La reazione a Sanremo è stato il sold out in otto ore del Mediolanum Forum di Milano. A Sanremo ci tornerei sempre. Sì, anche dopo Amadeus, il primo l’ho fatto con Claudio Baglioni. Oggi ‘Tuta Gold’ è la più richiesta, sono riuscito a spostare ‘Soldi’ dall’ultimo posto in scaletta. La reazione della gente dopo Sanremo mi sembra più grande di quello che successe con ‘Soldi’, la reazione a ‘Tuta’ Gold è stata scioccante”.

Gavetta contro stress da successo

Riguardo allo stress da successo vissuto da alcuni colleghi, come Sangiovanni, Mahmood sottolinea l’importanza della gavetta come antidoto: “L’unica cosa che può salvarti è la gavetta, ti prepara, ti permette di capire cosa migliorare e perché non riesci a ottenere quel risultato. Da un lato è stato devastante, nel 2018 i miei musicisti non volevano più scrivere con me, buttavamo pezzi, a un certo punto un discografico mi disse che una canzone era il pezzo più brutto che avessi mai scritto, ma credo sia stata una fortuna altrimenti non stavo qua. Andavo tutti i pomeriggi in Universal, avevo scritto ‘Uramaki’ e ‘Presi Male’ (poi cantata da Michele Bravi) e mi hanno firmato come autore. Nella prima session con Dario Dardust avevamo scritto ‘Nero Bali’, che è stata la prima hit che ho scritto”.

Mahmood ha affrontato anche il tema dei “no” detti nel corso della sua carriera: “È difficile contare i no di questi anni, sono importanti come i sì. Se dico no, comunque, è perché ho in mente cosa voglio fare, ho in testa l’immagine di me che voglio veicolare. Qual è il mio scopo? Durare più tempo possibile. Noi parliamo di brand che possono anche aiutarti a valorizzare un messaggio che vuoi portare. Prima cosa che guardo è se si può portare progetto a un’asticella più alta e quel punto dico sì”.

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